TESTIMONIANZE DI UNA VITA DEDICATA ALL'ARTE

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Gli anni a cavallo fra il 1970 ed il 1980 sono caratterizzati da una frenetica fase sperimentale che porta Francesco ad acquisire nuovi apporti tecnici: prima l'incisione ed in seguito la serigrafia, che abbandonerà dopo qualche anno. Si fa costruire un torchio e stampa lui stesso le proprie incisioni a tirature molto basse (massimo 20 copie). Sono puntesecche, acqueforti e incisioni a più colori nelle quali riappare quel segno sicuro e fluido che aveva caratterizzato i disegni a china degli anni '60.
Non frequenta scuole particolari, ma apprende tutto in totale solitudine, come del resto solitario è stato sempre il suo cammino d'artista.
Nel 1986, per motivi economici, a malincuore deve chiudere la piccola galleria con dispiacere di tutti coloro che erano soliti frequentarla. Da quel momento la pittura occupa tutto il suo tempo.
Padrone ormai dei mezzi tecnici, il suo impegno è volto alla costruzione architettonica del quadro. Non lascia un lavoro finché tutto non è perfettamente equilibrato: linee, forme e colori. Il suo perfetto tecnicismo lascia comunque molto spazio all'istintività la quale si manifesta in quel segno fluido, guizzante e nervoso che è una sua peculiarità.
Dopo anni di stasi espositiva, nel 1987 ritorna con una personale alla "Bottega del Quadro" di Feltre.
Nello stesso anno è uno dei fondatori del gruppo artistico "La Meridiana", che annovera dieci artisti bellunesi diversi tra loro per formazione culturale, tecniche espressive ed età, ma tutti volti ad uno scambio reciproco di esperienze e al confronto. Con il gruppo espone alla Barchessa Manin di Montebelluna.
Nel 1988, con Marco Bellotto, Renato Scarton e lo scultore Franco Vergerio è a Treviso, alla galleria "La Roggia". Ognuno presenta una ventina di opere.


FOTO n. 4 = 1987

FOTO N. 4 (clicca sopra per ingrandire la foto)


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