TESTIMONIANZE DI UNA VITA DEDICATA ALL'ARTE

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Il percorso pittorico di Francesco subisce una svolta significativa negli anni successivi al 1972. L'apporto di nuovi linguaggi espressivi e i colori più chiari, caldi e luminosi che vengono ad arricchire la sua tavolozza, sono indice di una visione più ottimistica della vita.
Nel 1972 e nel 1974 espone alla "Bottega del Quadro" a Feltre e nel 1973 alla galleria "La Radice" di Belluno, ottenendo numerosi consensi dal pubblico e dalla critica.
Anche se non lascerà mai il suo paese d'origine, Francesco risente di un certo isolamento, di mancanza di rapporti sociali e di stimoli culturali. Non gli è più possibile insegnare, perché privo di laurea, così nel settembre del 1974 apre a Feltre "La Meridiana", una piccola galleria - studio in via Roma, che gestisce con Mirella Fantinel i primi due anni, poi da solo fino al giugno del 1984. "La Meridiana" diventerà un piccolo cenacolo, un punto d'incontro per amici appassionati d'arte ed artisti fra i quali Bruno Milano, Giampiero Fachin, Filippo Chiarello, Giovanni Pivetta ed il dottor Antonio Rosato sono i più assidui frequentatori.
Ci si riunisce di solito ogni sera e si affrontano discussioni, anche molto vivaci, relative alle nuove tendenze artistiche, si scambiano pareri, si contestano opinioni, si raccontano le proprie sperimentazioni, si fa critica costruttiva.
Nel 1976 con i pittori Vico Calabrò, Aldo De Vidal e Bruno Milano partecipa ad una mostra itinerante che parte da Pieve di Cadore al Palazzo della Magnifica Comunità Cadorina, prosegue poi ad Agordo presso il Municipio e si conclude a Feltre in via Mezzaterra.
Intanto le pennellate gestuali ed istintive che caratterizzavano la pittura di Francesco negli anni '60, lasciano il posto, dopo laboriose ricerche, a nuove tecniche espressive. Inizia ad usare i colori a tempera su carta stropicciata che poi incolla su superfici lisce e rigide, ottenendo un effetto sfumato, mosso e morbido che lo entusiasma molto. Nascono dipinti molto raffinati che richiamano ad una visione formale postimpressionista di impronta cézanniana.
Durante i frequenti viaggi in Toscana si sofferma a lungo davanti agli affreschi di Piero della Francesca e del Masaccio ad Arezzo e a Firenze. Vuole approfondire quest'antica tecnica ed affrontarla in chiave moderna e personale. Stende la malta su superfici ruvide di faesite, vi applica i colori di terra, incidendola poi, ancora umida, con una sottile punta di acciaio. I solchi, più o meno profondi, separano fra loro le campiture di colore dalle delicatissime tonalità.
Nel 1982 espone alla "Saletta" di Montebelluna e a Forlì alla galleria "Farneti", dove tornerà nel 1984 ottenendo una critica lusinghiera sul Resto del Carlino dal critico Rosanna Ricci.
Nel 1983 presenta alla galleria "14" di Firenze, in via dei Servi, una selezione di una quarantina di affreschi e intonaci di indiscutibile qualità giungendo, come scrive il critico Stefano Benedetti sulla Nazione, a "sintesi di interessante coerenza stilistica".


FOTO N. 3 = LUGLIO 1974

FOTO N. 3 (clicca sopra per ingrandire la foto)


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